Una vita nata per dare amore (14 febbraio 1844 – 14 febbraio 2023)

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Carissimi fratelli e sorelle,

nella piccola cittadina di Carmagnola (in periferia di Torino, città di santi) – come Betlemme per Gesù – Anna Maria viene educata nelle virtù cristiane, impara a pregare Dio Padre e ad amare Maria la Vergine Immacolata (che liberò il Paese dalla peste). A Carmagnola apprese a conoscere le verità della fede, ad approfondire la catechesi e coltivare il suo grande amore ai poveri “si doveva trattenerla perché avrebbe dato loro tutto ciò che aveva”. Qui, nella semplicità di casa Menocchio, dal suo ottimo padre stallaro, anche se aveva solo 4 anni, apprese la fatica del lavoro e dalla sua amata madre Caterina, imparò a cucire “sapeva rendere nuovi gli abiti usati”.

Nella sua bella  famiglia ricevette amore e fede, imparò a rigettare il male e a compiere il bene – come nella famiglia di Nazareth – apprese l’educazione, la sapienza evangelica, lo spirito di sacrificio e, come Lei stessa affermò, “dalla sua santa madre apprese la virtù evangelica della rettitudine” (cf. LettMFR n. 69). Sicuramente da questa grande donna, rimasta vedova in giovane età e con diversi figli, imparò pure ad accettare con spirito cristiano, la sofferenza e la morte che spesso bussava alla porta della loro casa.  Anna Maria qui certamente si allenò a vivere i comandamenti divini, ad onorare il padre e la madre, ad essere loro obbediente e sottomessa come Gesù.  Forse anche a lei, da piccina, avranno raccontato qualche bella fiaba che toccava il cuore come questa: “Un bimbo voleva incontrare Gesù. Lo aspettò tutto il giorno e a casa sua bussò in ore diverse un vecchietto, una donna bisognosa e un povero. Alla sera Gesù gli apparve in sogno e gli disse: oggi sono venuto varie volte per incontrarti, ma tu non mi hai accolto. Il piccolo allora si accorse che non aveva saputo riconoscerlo nelle persone che aveva incontrato”. Anna Maria invece, fin da piccola aveva un fiuto speciale, una compassione grande verso i più deboli, le persone sole e più sfortunate tanto da saper sempre vedere Gesù nei malati, nei giovani e soprattutto nei poveri.

Nel giorno della sua nascita, avvenuta il 14 febbraio 1844, grazie ai suoi genitori cristiani, Anna Maria subito aprì gli occhi alla vera luce divenendo così lei stessa luce. In lei si avverò la Parola di Gesù “voi siete la luce del mondo”(Mt 5,13-16) e  come una nuova “stella” la sua vita fu veramente luminosa per tanti.  Ciò invita anche noi a tenere fisso lo sguardo su Cristo, vera luce del mondo, nostra luce, per scoprire quei nuovi cieli e nuove terre, che Lui stesso ci ha promesso.

Carissimi, lasciamo trasparire la luce che Dio, fin dal Battesimo ha posto in ognuno di noi e cerchiamo di non ostacolare la sua grazia, di non porre intralci alle sue nuove chiamate – nulla è impossibile a Lui – ma come Madre Francesca seppe rendersi disponibile con generosità e intelligenza alla sua Parola, così noi alla Presenza divina che cambia la storia, rendiamoci docili strumenti di benevolenza e di perdono.  Ogni vita è benedetta da Dio, è sacra, preziosa, unica; ogni persona è irripetibile, originale ed ha una missione speciale da compiere. Santa Francesca, come Francesco, ha saputo far bene la sua parte, allo stesso modo ciascuno di noi cerchi di far bene la propria per consumare la vita nella santità.

Oggi preghiamo in particolare per tutte le famiglie, prime Chiese domestiche, perché, come quella di Gesù e di Madre Francesca, facciano crescere bene i loro figli in età, sapienza e grazia. Perché nonostante le molte difficoltà e ferite che la famiglia oggi vive, resta la cellula fondante della società…allora, i figli, fiduciosi ancora dei piani divini, potranno divenire sua proprietà e appartenere al Signore.

Carissimi, impariamo a benedirci a vicenda, a dire bene gli uni degli altri come fa Dio, a lasciarci portare sul palmo della mano del Signore. Allora nonostante tutto, non perderemo mai la fiducia perché Lui ci custodisce con amore certe che la nostra storia è nelle sue mani ricche di bontà e misericordia.

Rinnovo a tutti il mio sincero augurio di Buon anno e di buon Centenario Francescano.

 

     Suor Loredana Tiraboschi

       Superiora Generale

 

 

Roma, 14 febbraio 2023

 

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