Quarta domenica di Avvento dal Santuario di Montevideo
20 Dicembre 2021Chi semina nelle lacrime, mieterà con giubilo (Sal. 125, 5)
22 Dicembre 2021Carissime Sorelle,
dopo esserci preparate con l’Avvento, tempo di gioiosa attesa, di vita nuova, di riconciliazione, ad accogliere Gesù, eccoci giunte alle belle feste del Natale. Feste di cui non riusciamo ancora a cogliere fino in fondo la profondità che è quella di un Dio, Signore del cielo e della terra, Creatore di tutto l’universo che, per amore nostro, si fa bambino, si fa piccino, uno di noi, uno come noi in tutto (eccetto il peccato), dal nascere in un grembo di donna, quello della Vergine Maria, al vagire, al nutrirsi, all’apprendere ogni cosa per crescere come ogni uomo.
Lui, Dio si lascia educare, da una famiglia normale e santa come quella di Maria di Nazaret e di Giuseppe, ma avendo sempre molto chiaro, come rispose loro al tempio, che doveva occuparsi delle cose del Padre Suo, del Padre dei cieli (Cf Lc 2,49).
Di fronte a questo stupendo mistero di Gesù, figlio del Padre, che viene sulla terra per salvarci dal male e liberarci dal peccato e dalla morte eterna, con Santa Madre Francesca, non possiamo che prostraci e adorare questo imperscrutabile mistero divino.
Sì, care Sorelle sparse nel mondo, in ogni luogo, in ogni nazione, con ogni lingua, al caldo o al freddo, nella salute o nella malattia, nella pace o nella guerra, unite chiediamo al Signore Gesù che aumenti la nostra fede perché sappiamo vedere ogni cosa con i suoi occhi e con il suo cuore.
Come ci dice Giovanni, il discepolo amato: “Dio ha tanto amato il mondo da dare suo Figlio, perché chi crede in Lui abbia la vita eterna” (Gv 3,16).
Carissime, questa bella notizia del Vangelo, della vita eterna che Gesù è venuto a portarci, siamo chiamate anche noi a portarla in ogni angolo della terra, ai confini del mondo, iniziando da coloro che ci vivono accanto. Lui, il Principe della vita e della pace, si fida di noi, conta su di noi per continuare a costruire e diffondere pace e unità, tra noi e con tutti gli uomini.
Sorelle, con ragione l’Apostolo delle genti con forza affermò: “non sono più io che vivo, Cristo vive in me” (Gal 2,20), perché chi ci vede, vede Gesù in noi; con il nostro essere noi riveliamo al mondo che siamo figlie di Dio perché Lui abita il nostro cuore.
Con i miei auguri, carissime, vi mando anche quelli della Madre: “Eccovi i miei… Umiltà e pace… riceveteli per mano di Gesù Bambino. Di cuore ve li mando per la vostra santificazione e per l’edificazione dei prossimi che hanno continuamente gli occhi aperti sulla condotta dei religiosi” (Lett MFR 341-342).
Con la disarmante semplicità dei pastori allora anche noi andiamo incontro all’Emmanuele, a questo meraviglioso Bimbo divino che ci è stato donato e che trasforma la nostra vita.
Tanti auguri di un santo Natale a tutte!
Suor Loredana Tiraboschi
Superiora Generale
Roma, 21 dicembre 2021