Heinz e Rosel, vivere con prossimità, compassione e tenerezza

Giorni fa, pensando agli sposi Heinz e Rosel Schiedhering, i nostri più cari benefattori della Germania, scomparsi l’uno a distanza dell’altra esattamente nell’arco di un anno, ho subito pensato alle parole che papa Francesco ha rivolto a dei religiosi missionari e che più o meno dicevano così:
«Uscite e mettetevi in cammino per andare dove nessuno vuole andare, là dove è necessaria la luce del Vangelo, e per lavorare, fianco a fianco, con la gente. La vostra missione non può essere a distanza, ma nella vicinanza, nella prossimità. Perché non bisogna dimenticare lo stile di Dio che è prossimità, compassione e tenerezza. Nella missione non potete accontentarvi di guardare dalla finestra, di osservare con curiosità da lontano…possiamo guardare dalla finestra davanti alla realtà o impegnarci per cambiarla. Bisogna scegliere!».
Ecco, queste parole, certo meglio di quelle che avrei saputo dire io, mi sono subito sembrate così vere e altrettanto semplici per dire cosa sono stati Heinz e Rosel per noi, Cappuccine eritree e tutto il nostro Istituto. Non sono stati a guardare dalla finestra, hanno ‘sentito’ come proprio il compito di aiutare, di soccorrere i bambini, le donne, i malati, gli anziani incontrati nella nostra Terra. Loro non sono stati alla finestra per donarci ‘solo’ denaro (e questo sarebbe stato comunque già molto per noi), ma hanno messo il loro cuore, le loro mani, la loro intelligenza ed anche le loro lacrime! per farsi nostro prossimo e piegarsi sul drammatico destino del popolo eritreo.
Non voglio aggiungere altre parole perché il loro ricordo, il loro cuore così pieno d’amore, il loro sguardo di profonda bontà è difficile descriverlo davvero.
Noi siamo certe che nel Signore, generoso e largo nel compensare il bene, ora vivano felici in quel Paradiso che hanno in realtà già pregustato su questa terra attraverso la loro prossimità, compassione e tenerezza per i più piccoli.
Suor Angelica Woldegeorgis