Festa di San Francesco d’Assisi nel ricordo del grande dono delle stimmate 4 ottobre 1224-2024

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22 Ottobre 2024
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Carissimi fratelli e sorelle laici,

questo evento prodigioso delle stigmate, che Francesco visse, due anni prima di morire, a la Verna, luogo da lui molto amato, ricorda a tutti noi “figli del Poverello”, come nessun apostolato è fecondo senza orazione. Infatti spesso il Serafico Padre, amava trovare tempi di silenzio e di preghiera per stare in intima comunione col suo Signore. Questo suo grande desiderio di seguire Cristo e di conformarsi sempre più a Lui, si realizza pienamente nella visita del Serafino che, per meravigliosa grazia, gli imprime nel cuore e nel corpo i segni dell’amore tanto da trasformare “l’amante nell’immagine dell’Amato” (FF 1228). Divenendo così la perfetta immagine del Crocifisso, Francesco vive contemporaneamente sentimenti di stupore e di dolore. Ciò ci mostra come veramente Dio ascolta sempre la nostra preghiera,  Francesco per divina ispirazione infatti così pregava: “O Signore mio Gesù Cristo, due grazie ti prego che tu mi faccia, innanzi che io muoia: la prima, che in vita mia io senta nell’anima e nel corpo mio, quanto è possibile, quel dolore che tu, dolce Gesù, sostenesti nell’ora della tua acerbissima passione, la seconda è ch’io senta nel cuore mio, quanto è possibile, quell’eccessivo amore del quale tu, Figliolo di Dio, eri acceso a sostenere volentieri tanta passione per noi peccatori”.
E poiché anche Madre Francesca volle che “la nostra Comunità incarnasse al femminile lo spirito francescano-cappuccino di vita contemplativa e di azione apostolica” (cf Cost. 11),  anche ciascuno di noi, è invitato a ravvivare la dimensione contemplativa della vita, a trovare tempo per incontrare Gesù, per ascoltarlo e dimostrargli il nostro amore che si fa lode. Come il Serafico padre, anche noi potremmo scrivere delle Lodi al Dio Altissimo, riflesso della nostra esperienza spirituale di comunione profonda con Lui: “Tu sei …Tu sei…Tu sei…” (FF 261); sono certa che con creatività ne uscirebbe una vera ricchezza. Alla scuola di Francesco anche “Madre Francesca ama intensamente il Signore e alimenta nella preghiera costante questo amore verso di Lui. La fedeltà alla vita nello spirito ci inserisce progressivamente nel mistero di comunione con Dio ci fa sperare nella sua bontà e ci apre ad una dimensione contemplativa della vita” (Cost. 59). L’ascolto di Dio nella preghiera, dona luce agli occhi così da farci vedere tutto ciò che ci circonda: la nostra vita e quella degli altri, come le vede Lui. Infatti come dice anche il Papa: “San Francesco d’Assisi ha ascoltato la voce di Dio, ha ascoltato la voce del povero, ha ascoltato la voce del malato, ha ascoltato la voce della natura. E tutto questo lo trasforma in uno stile di vita” (FT 48).
Toccato dal dito di Dio, il Poverello non custodisce questa esperienza gelosamente per se, ma come “immagine vivente del Crocifisso, disegnata nella sua carne» (cf FF 1228), scende dal monte per andare incontro ai poveri, ai malati e ai bisognosi per trasmettere loro quell’immensità di amore divino che ha ricevuto. Come il Maestro, anche se pure lui sofferente, va incontro ai crocifissi per alleviarne il dolore e portare speranza e consolazione. Ciò sollecita anche noi, suoi figli, ad uscire da noi stessi, per “toccare la carne sofferente di Cristo negli altri” (GE 37), lasciandoci interpellare dalle situazioni drammatiche di fatica e difficoltà in cui si trovano, tanti nostri fratelli/sorelle, in tutto il mondo.
Anche Santa Madre Francesca, non solo ci invita a pregare incessantemente ma anche ad amare con tutto il cuore i poveri, verso i quali ebbe un’attenzione speciale fin da piccola, dando loro tutto ciò che aveva;  ci sollecita a vedere i disagi di tante persone per poterli soccorrere. “Aiutate dalla grazia dello Spirito, vogliamo continuare ancora oggi la sua profetica testimonianza della carità nei molteplici campi di apostolato affidatici dalla Divina Provvidenza a sollievo dell’umanità” (Cost. 70) ed  essere icona nel mondo di Marta e Maria.

Carissimi, fratelli e sorelle Rubattiane, so che fate tanto bene ma so anche che il Signore Gesù ci chiama a migliorare sempre la nostra testimonianza di vita.

Il Serafico Padre e la Santa Madre Francesca, in questa festa, facciano scendere su di noi copiose benedizioni.

Auguri !                                                                        
                                                                        Suor Loredana Tiraboschi
Roma, 4 ottobre 2024                                                                         Superiora Generale
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