Suor Silvana (Ida) Locatelli, donna simpatica e intraprendente
17 Marzo 2020Suor Carla (Dirce) Stoppa, donna amabile e gioviale
13 Aprile 2020Suor Agnese nasce in Vallalta di Albino (Bg) il 13 settembre 1924 ed entra nell’Istituto delle Suore Cappuccine di M. Rubatto il 24 aprile 1947. Emette i Primi Voti a Loano il 30 aprile 1949 e fa la Professione Perpetua a Genova il 1° maggio 1954. Muore a Bergamo, il 2 aprile 2020.
Giuseppina fin da piccina amò molto sua madre, che le insegnò tante cose: cucire, lavorare ai ferri, ma anche a pregare, perché era una donna molto religiosa. Nel loro paese c’era stata l’apparizione della Beata Vergine del Monte Altino, a cui il popolo era molto devoto, e la sua mamma desiderava molto avere una figlia suora, che purtroppo però non ebbe la gioia di vedere, perché il Signore la chiamò a Sé dopo un parto, quando Giuseppina aveva solo 10 anni. Essendo la figlia maggiore, Giuseppina dovette “rimboccarsi subito le maniche” per aiutare suo padre a far crescere la numerosa famiglia di 6 figli; l’ultimo aveva solo 10 giorni. In pratica Giuseppina dovette fare da mamma ai suoi fratellini; il papà, calzolaio, appena poteva la aiutava nei lavori domestici. Per sostenere la famiglia anche economicamente, poiché le bocche da sfamare erano tante, presto Giuseppina andò a lavorare presso il Cotonificio “Honegger” di Albino, dove fu molto contenta di condividere la vita con altre persone; qui ebbe la grazia di conoscere la Beata Pierina Morosini, una vera donna di Dio. Desiderosa di farsi religiosa, Giuseppina intensificò le sue preghiere e chiese consiglio per un discernimento ad un padre cappuccino, suo confessore. Giuseppina era molto contenta quando incontrava Suor Eulalia, Suor Liduina e Suor Nazarena, tutte suore cappuccine di Albino che venivano a visitare i loro parenti e che così Giuseppina aveva potuto conoscere; le vedeva sempre felici e questo attirava la sua attenzione. Così a 21 anni decise di entrare nella famiglia religiosa delle Suore Cappuccine di Madre Rubatto; ma non osava dirlo a suo padre perché non era d’accordo, in quanto aveva bisogno di lei. Seppure con grande dolore, però, il papà la lasciò partire. Giuseppina conosceva anche le suore Poverelle e aveva una zia del Buon Pastore, ma il Signore la chiamava tra le Cappuccine e fu sempre contenta della scelta fatta, anche se costò molto sacrifici ai suoi familiari.
Dopo gli anni di formazione a Genova, nel 1958 Suor Agnese ottenne il Diploma di Infermiera generica a Seriate; fece quindi assistenza a domicilio a Genova e Torino. Lavorò nei reparti sia della Clinica Castelli che della nostra Clinica San Francesco, a Bergamo. Svolse anche i servizi di Vicaria e Superiora a Bergamo, Genova, Torino, Roma, Santa Margherita Ligure; fu anche Assistente e Superiora Provinciale. Dotata di saggezza del cuore, come buona madre, attenta, delicata e generosa, mai si risparmiò per far circolare i beni da una fraternità all’altra. Aveva veramente un cuore materno; le sorelle sentivano il suo affetto, conforto, comprensione, carità. Suor Agnese cercò sempre di provvedere a tutto, ai bisogni materiali e spirituali, sia delle sorelle che dei malati, degli ospiti e del personale. Suo desiderio era che tutti fossero felici; aveva molte attenzioni e delicatezze per ogni persona. Con coraggio, in tutti i luoghi dove è stata, sapeva difendere i più deboli, si faceva “loro voce”. Suor Agnese con umiltà e semplicità francescana amava chiedere consiglio sopratutto a persone sagge, cercando buone collaborazioni. Da vera figlia di Madre Rubatto sapeva scusare ogni cosa, “coprendo tutto col manto della carità”. Verso le suore malate o in partenza per il Cielo, aveva un’ attenzione speciale; amava vegliarle accompagnandole con la preghiera fino alla fine. Suor Agnese cercò sempre di rendersi utile, anche quando era ormai a riposo. In particolare a Varese-Casetta Verde, tesseva piccole sciarpe per i poveri e invitava le suore a pregare, e a non mormorare, perché la critica distrugge le persone.
Anche per le Opere, con le sorelle, fece grossi sacrifici; raccontava che, dopo aver fatto notte presso i malati, pur essendo molto stanche, spesso non prendevano nemmeno il tram per risparmiare qualche soldo e inviare il loro piccolo contributo per le costruzioni che si stavano facendo.
Con grande fiducia in Dio seppe accettare sempre tutto dalle Sue mani, soprattutto le gravi prove e sofferenze dei suoi familiari, come la morte di fratelli, sorelle e nipoti. Suor Agnese fu veramente di grande esempio per tutti nell’accogliere la Volontà divina e per la sua fortezza d’animo: pur soffrendo diceva: “i miei cari mi hanno preceduto tutti in cielo dove mi aspettano”. Donna saggia e intelligente, anche se provata dalla sofferenza fisica, seppe dare buoni consigli a tanti; nonostante l’età sapeva restare aperta al nuovo, guardando oltre per cercare il bene di tutti. Amava molto la Lectio divina, era contenta di poter condividere la Parola con le sorelle e gustare la ricchezza di tutte. Suor Agnese sapeva ringraziare Dio per ogni cosa, e per il centuplo che riceveva; amava stare molto in compagnia del Signore per non fidarsi delle sue forze ma della Grazia che aiuta ad andare avanti con coraggio. Riconosceva che la Comunità doveva continuare ad avere fiducia, perché si stava facendo tanto bene, nella certezza che l’Opera prima di tutto è di Dio e che Lui si serve di noi per portarla avanti.
Anni fa, a causa di una forte infezione, giunse alla soglia di un coma settico; ma il Signore vegliando su di lei le ridonò salute per poter fare ancora tanto bene a tante persone, soprattutto agli ospiti della R.S.A di Bergamo. Suor Agnese aveva intessuto anche una bella amicizia anche con le Clarisse Cappuccine. Ultimamente, sentendo che le forze venivano meno, un giorno disse: “voglio sapere tutta la verità perché voglio prepararmi bene a morire e andare incontro al Signore”.
Pregava molto Suor Edda e la Madonna, che le stessero vicino in questo tempo, così pure le ultime suore defunte, Suor Guglielmina e Suor Bernardetta; chiedeva a Gesù di restare con noi perché si fa sera, diceva: “Ormai il Passaporto per il cielo è pronto. Ora è tempo di vivere abbandonati, di lasciarci fare tutto con grande pazienza”. Alle sorelle giovani raccomandava di vivere sempre con rettitudine e sincerità per essere sempre contente, mentre alle suore impegnate con i malati diceva di essere coscienti che il personale ci guarda e vede i nostri sacrifici.
Cara Suor Agnese, grazie per il grande dono che sei stata per la nostra Comunità e per tutto l’amore che hai donato ad ogni sorella; possiamo proprio dire che oltre al Signore hai amato tanto il nostro caro Istituto, e hai fatto della tua lunga vita un dono per tutti. La tua sofferenza silenziosa, soprattutto di questi ultimi giorni in cui non hai potuto godere della vicinanza dei tuoi cari, a causa di questa brutta epidemia che ci distrugge, sia germe di nuove vocazioni. Ora dal Paradiso, luogo della misericordia di Dio, aiuta anche noi a vivere in pienezza la bellezza della vocazione ricevuta.
Suor Loredana Tiraboschi
Superiora Provinciale
Milano, 2 aprile 2020